Prodotto: Lady Dior Bag
Regia: Olivier Dahan
Cast: Marion Cotillard
Musica: Guillaume Roussel – Tema Originale
Extra: Making Of, Intervista
“Quando ci siamo chiesti chi avrebbe potuto dirigere questo cortometraggio, la mia prima risposta è stata Olivier [ Dahan, ndr. ]. E’ il primo regista francese a cui ho pensato, perché sarebbe stato il desiderio di Dior fare qualcosa di molto cinematografico, e l’abilità di Olivier come regista avrebbe sicuramente creato qualcosa di speciale.”
Marion Cotillard
La moda, si sa, è una forma d’arte che si rigenera e rinnova reinventando se stessa attraverso tempi e spazi che, a volte, consistono in un istante che si fa eterno. L’istante, in questo caso, è un pomeriggio del settembre 1995 in cui l’allora Première Dame di Francia decise di regalare alla Principessa del Galles, una certa Lady Diana, una borsa Dior – una semplicissima borsa, oggetto che da allora, così semplice non è mai più stato: la borsa Lady Dior ha attraversato generazioni, si è reinventata mantenendo la sua identità ed è arrivata ad oggi come un’icona, esempio di stile ed eleganza senza tempo. La promozione di un oggetto del genere per la Maison Dior non è affatto casuale, e viene perciò affidata ad una delle più grandi attrici della nostra generazione, il cui talento, un po’ come quella borsa, è incastonato in un memorabile istante – stavolta un po’ più recente: siamo in una notte di febbraio 2008, e a Marion Cotillard venne consegnato l’Oscar come miglior attrice per La Vie En Rose. Stile con stile, eleganza con eleganza: il sodalizio è così armonico che un solo spot non basta a Dior, che dal 2009 ad oggi continua a sfruttare l’attrice francese senza mai perdere, in ogni spot, la sua estrema raffinatezza dipinta per la prima volta in bianco e nero dal regista che la consacrò nell’Olimpo delle più grandi attraverso La Vie En Rose, Olivier Dahan.
Lady Noire Affair fa la sua prima comparsa al Festival di Cannes nel 2009, ed è in tutto e per tutto un omaggio al cinema di Alfred Hitchcock – con cui Christian Dior stesso ha collaborato nel film Paura in Palcoscenico nel 1950. Mistero, sensualità e risolutezza in tinte desaturate: la donna Dior è tutta negli occhi di Marion Cotillard, che il regista conosce bene e sa incatenare in primi piani mozzafiato e seguire per le strade di Parigi, fino ad arrivare in cima alla Tour Eiffel, simbolo della Ville Lumière. E poco importa allo spettatore se l’intreccio della storia rimarrà un mistero insoluto, perché a catturare l’attenzione ci pensano vestiti neri, corse in tacchi a spillo e, ovviamente, una certa borsa quadrata in pelle trapuntata, continuamente tra le mani della Femme Fatale ritratta da Dahan. Come molti cortometraggi dedicati alla promozione di un brand, anche Lady Noire Affair è un piccolo gioiello, che apre le porte ad una serie continuativa che arriva fino ad oggi e vede come pioniere un regista di grande sensibilità, che in otto minuti ha confezionato la perfetta ouverture all’opera Lady Dior – passata poi di mano in mano ad artisti del calibro di David Lynch e John Cameron-Mitchell. Tanti nomi e tanti stili diversi, ma che hanno come chiave di volta la figura di Marion Cotillard, ed il reinventare continuamente il suo ruolo accanto alla borsa: di certo un lavoro reso facile dall’immenso talento della materia prima, che ha fatto della diversità la caratteristica principale del suo lavoro come attrice, regalandoci in spot così come in film personaggi mai banali e sempre finemente strutturati.