Prendevano il nome dal loro costo di solo un penny, i Penny Dreadful, le brevi pubblicazioni settimanali che si diffusero nel XIX secolo in Inghilterra, per far si che il romanzo gotico divenisse popolare anche tra i proletari e la bassa borghesia impiegatizia. Sgrammaticati, eccessivi, enfatici, illustrati e rigorosamente formati da poche pagine, in modo che si potessero leggere nei momenti di pausa lavorativa, i romanzi di appendice che raccontavano brevi storielle horror furono i precursori del genere pulp. La Showtime ha preso in prestito il titolo e alcuni dei soggetti protagonisti dei Penny Dreadful per dare vita a una serie televisiva di notevole fattura, che intreccia le origini di personaggi della letteratura horror come Victor Frankenstein, il Licantropo, Dorian Gray e il Conte Dracula.
Ambientato nella Londra vittoriana, quella cupa, sporca e reduce dalla furia omicida di Jack lo Squartatore, Penny Dreadful ha come incipit la scomparsa di Mina Murray, che smuove la vita di suo padre, Bill Murray, e di Vanessa Yves insieme a Chandler, un tiratore scelto ex nobile statunitense caduto poi in rovina a causa di una giovinezza eccessiva. I compagni di avventura lottano contro le creature soprannaturali che infestano la capitale inglese, ma la loro caccia si sofferma soprattutto sui vampiri, in quanto Mina è scomparsa a causa di questi, come la storia di Dracula insegna.
Puntata dopo puntata, la serie unisce la quotidiana ricerca di Mina alle storie personali dei protagonisti, e al trio – che ha come unico scopo quello di salvare la ragazza – si uniscono personaggi ben noti alla letteratura come Victor Frankestein, padre di quella Creatura che anni prima ha abbandonato e che, durante la serie, torna abbrutita dal dolore e dalla consapevolezza di essere diverso, obbligando suo padre a creargli una compagna per non essere condannato a una vita di solitudine. Tra i grandi noti fa capolino nella serie anche Dorian Grey, che forse è il personaggio più fragile e meno utile tra quelli presi in prestito da Penny Dreadful: il ragazzo, eternamente giovane, ha un ruolo poco funzionale e più che altro volto a creare scalpore emotivo nelle anime di alcuni dei personaggi principali, uomini e donne, che vengono abbagliati dalla sua bellezza, benché il suo aspetto fisico non rispecchi affatto quello dell’originale descrizione fatta da Wilde di un ragazzo dalla chiara pelle e i riccioli d’oro, ma piuttosto ricalchi lo svarione cinematografico del film di Oliver Parker.
A volte troppo inconcludente nella narrazione, altre molto forte soprattutto nelle story line parallele a quella della ricerca di Mina, Penny Dreadful è un prodotto confezionato alla perfezione per le ambientazioni e la fotografia perennemente cupa come gli anni che descrive. Eccessiva ma mai enfatica, la serie TV vanta nel suo cast grossi attori come Timothy Dalton, spiccando il volo grazie a una superba Eva Green che dalla seconda metà della stagione, composta in tutto da otto episodi, mette in scena una possessione perfetta, degna del grande cinema horror. Purtroppo la presenza di troppi personaggi e di troppe sotto trame legate a essi fa sì che il finale di stagione sia stato un po’ tirato via. Resta comunque intatta l’idea che Penny Dreadful sia uno dei lavori televisivi migliori degli ultimi anni.