Spotted: Hello Tomorrow (Adidas)

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Prodotto: Adidas Sneakers
Regia: Spike Jonze
Cast: David Douglas
Musica: Karen O – Hello Tomorrow


“Fare un film equivale allo shopping natalizio. Hai la tua lista dei desideri e inizi a pensare a tutto ciò di cui ogni personaggio ha bisogno”

Spike Jonze

Provate a dire futuro. Che termine strano, che responsabilità immaginare una definizione assoluta. L’aiuto allora viene dai latini, secondo i quali il futuro corrispondeva a “ciò che è per essere”. Sapete perché Spike Jonze è un genio? Lui ha trasformato la materia presente nell’organico del domani, ha tramutato il vissuto contemporaneo in una proiezione distopica e deformata. L’ha fatto sognando, in silenzio e senza chiasso, inconsapevole chissà della grandezza dei suoi contenuti; lo sa bene chi si è impegnato in quel viaggio che ha toccato tappe musicali, lidi cinematografici indimenticabili (bagnati dall’ ultimo capolavoro di Her) e parentesi pubblicitarie d’autore. Abbiamo scelto lo spot che diresse per l’Adidas nel 2005, intitolato “Hello Tomorrow” per provare, ma è difficile, a dire futuro. Come Jonze, il genio che saluta oggi il genio di domani.

Gli occhi aperti cercano nel buio fuligginoso un modo per scivolare nel sogno. Al loro posto, un paio di scarpe raggiunge i piedi del protagonista sullo schermo, e i suoi occhi saranno i nostri occhi e quelli del regista. Per mano insieme, disegneremo prima la porta che spalanca un immaginario sconfinato e salteremo in un mondo successivo, tagliato in orizzontale e verticale, dove automobili sfrecciano inseguendo la città e orsi pavidi ci rincorrono senza fame. Gli scenari elencati con straordinaria nitidezza e fluidità, non fanno che rievocare citazioni (chiara quella di Essere John Malkovich) e addirittura anticipazioni dell’avvenire. Spike Jonze precede di quasi cinque anni la visione capovolta di Christopher Nolan in Inception, e lo fa utilizzando poco più di un minuto e mezzo di girato.

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Intanto alle immagini corrispondono le parole della canzone di Karen O (la voce dietro “The Moon Song”, dalla colonna sonora di Her) “Whenever I wake up, try and take the shape off, turn into the whole wide world I made up, Off!” ed è un momento di impercettibile godimento fisico e mentale. È  una corsa nell’aria, leggera perché è tale la consistenza dei sogni, e chi guarda non può esimersi dal desiderare di essere lì, a correre insieme all’attore David Douglas verso l’infinito della nostra immaginazione. Strati di cemento e alberi si intrecciano nel ritratto di un mondo aperto alle varie possibilità di interpretazione: è un incubo? L’orso raggiungerà l’uomo? Cosa si nasconde dietro la porta? Jonze rimescola tutti gli elementi, lasciando in sospeso ciò che appartiene alla sensibilità di ognuno di noi; è il tratto peculiare della sua filmografia, un eccesso di generosità artistica che abbiamo amato, tribolando e soffrendo, nel passato di AdaptationWhere the Wild Things Are e HerIl sogno, la proiezione che oggi materializza il domani ignoto e spaventoso, nelle mani di Spike Jonze si fa meno indefinito e più reale. Anche in un minuto e mezzo, anche quando il veicolo del messaggio è un paio di scarpe da ginnastica.

Ora provate a dire futuro. Somiglia un po’ a ciò che vedete qui sotto?

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