Secondo il software dell’Oxford Dictionary, selfie è la parola più utilizzata dell’anno, forse anche per via del successo sempreverde dell’azione alla quale dà il nome, ovvero fotografare se stessi e postare il risultato su uno dei tanti social network esistenti. Sempre a detta del medesimo software, il secondo termine più usato dello scorso anno è stato binge-watching, ovvero l’anglofono duo di idiomi che si usa per intendere l’abitudine di guardare intere serie tv una puntata dopo l’altra senza, quasi, mai fermarsi. Andrà in onda a partire dal prossimo 30 settembre sulla rete ABC un nuovo show tv che potrebbe essere in grado di unire i due termini più usati al mondo. Intanto il suo titolo, Selfie, è già sul podio e l’intelligenza con la quale la nuova creatura del piccolo schermo tocca certe tematiche potrebbe far sì che diventi oggetto del binge-watching di qualche fan di buon gusto.
Eliza Dooler è un’ex nerd dei tempi in cui i nerd non avevano ancora avuto la loro giustizia sociale e crescendo, per rifarsi della sua gioventù bruciata da grossi occhiali e balli senza accompagnatore, decide di prendersi cura di se stessa fino a diventare una di quelle starlette da social network che non fanno altro che postare qualsiasi loro azione, con tanto di foto prova, sulle varie piattaforme pullulanti di false amicizie. Durante un viaggio di lavoro scopre che l’uomo di cui è innamorata ha una moglie e, proprio davanti ai suoi adoranti colleghi, mostra la sua fragilità: questo la porta a fare una grossa figuraccia che, come la sua bellezza, diventa alla mercé di tutti a causa di Twitter, Facebook e Instragram. Eliza scopre, suo malgrado, che “quando Siri è l’unico amico ti ascolta ti rendi conto che avere l’amicizia di tutti non vuol dire avere tanti amici” e così decide di chiedere aiuto a un suo collega, che è stato in grado di riproporre sul mercato un medicinale che dava come effetto collaterale visioni sataniche senza che la gente ne avesse più paura, Henry. Inizia in questo modo un divertente percorso di cambiamento e redenzione che sarà il fulcro di ogni puntata di Selfie e che unirà sempre di più il serioso uomo alla bella, svampita e fragilissima Eliza.
Selfie tratta con semplicità e con una morale leggera, quasi degna di una favola ma senza il fastidioso scopo pedagogico proprio delle storie dedicate ai più piccoli, il male della social mania che, volenti o nolenti, sta intaccando un po’ tutti. L’empatia col personaggio principale che ha il volto di Karen Gillan, Amy Pond in tre serie di Doctor Who, è immediata perché qualcosa in lei, nelle sue manie e nel suo attaccamento al cellulare che usa quasi come schermo/scudo per difendersi dal mondo reale, ricorda quello che siamo diventati. E ognuno di noi avrebbe bisogno di un Henry (John Cho) che ci ricordi di chiedere “come stai?” a qualcuno che incontriamo tutti i giorni invece di spiare la bacheca di chi, in realtà, non abbiamo quasi mai visto.