I proverbi delle nonne, si dice, sono sempre portatori di verità fondamentali. Uno dei miei preferiti è “chi c’ha il pane non c’ha i denti“, seguito da “mai ‘na gioia” il quale non è esattamente un proverbio, ma va ascritto a tale categoria per l’indiscutibile ammontare di verità fondamentale che ci regala. C’è però un proverbio relativamente nuovo, insomma non delle vecchie fuori ma solo di noi vecchie dentro, che trovo particolarmente significativo in questo mondo di parole vuote: “Ogni volta che un uomo si taglia la barba, l’ormone di una donna muore.” Questa frase è una delle poche ad avere il dono di essere universalmente veritiera per ogni essere femminile vivente su questa nostra bella Terra. Perché a noi piacciono i culetti lisci e setosi dei neonati quando abbiamo dei neonati; ma per rendere effettivo un neonato (tanto per usare una perifrasi delicata) serve un uomo che coi culetti lisci e setosi dei bambini non abbia nulla, nulla a che fare. Lo vogliamo con la carta vetrata in faccia.
Vorrei oggi, tuttavia, sottoporvi all’attenzione di un interessante postulato di questa regola universale: succede, per quanto sembri impossibile, che, ogni tanto, un ormone della donna muoia se un uomo la barba non se la taglia. Oggi ho visto coi miei stessi occhi la prova evidente di ciò e questa prova risponde al nome di Andrew Garfield. Sarà perché a me piace il prosciutto stagionato e Garfield sembra uno che ha appena fatto la prima comunione; sarà
perché con tutto quel pelo faccia/capelli mi ricorda uno dei Cuccioli Cercamici; fatto sta che oggi, quando è entrato in conferenza stampa, ho pensato di andare in convento a prendere i voti. La barba su di lui sembra proprio una cosa che non dovrebbe succedere, che va contro natura, come George Clooney che si sposa.
Per fortuna, però, c’è sempre una cosa bella a bilanciare le brutture dell’universo. In questo caso la cosa bella è un attore che non ha mai suscitato in me epifanie particolari, ma che facendosi crescere barba e capelli è repentinamente e ostinatamente schizzato in cima alla Classifica dei Filetti. Si tratta di Michael Shannon. Nella nostra recensione di 99 Homes viene paragonato a Willem Dafoe e tutto ciò è sacrilego. Vi ho parlato della mia terribile fobia nei confronti di Dafoe e vi posso assicurare che ciò che si prova davanti a Michael Shannon non è paura. Se mi ritrovassi Shannon sotto al letto come l’Uomo Nero potrei indire una nuova festività; però, per carità, come orsacchiotto non datemi Andrew Garfield.