È assai arduo mettersi seduti e cercare le parole giuste per commemorare uno degli attori più compianti di tutti i tempi. Che sia in virtù dei ruoli interpretati? Di una certa sveltezza, di una perspicacia diffusa nel suo lavoro? O, forse, di un’umanità rara, che non si avverte molto spesso e che ancora fatichiamo a lasciar andare?
Robin Williams si spegne nell’agosto del 2014, a sessantatré anni, portando via con sé un intero mondo ancora vividamente presente nei ricordi individuali e nell’immaginario collettivo. Il pensiero va subito ad un caparbio, rivoluzionario e tenace professore in un liceo di stampo conservatore e bigotto; alla cura del paziente per mezzo di un sorriso; al mammo dalla doppia vita che lotta per rimanere a tutti i costi accanto ai suoi figli; ad un saggio psicologo intento a far rinsavire un giovane genio cocciuto; ad un uomo dalla longevità incredibile. Ma anche al buongiorno in terra di guerra, ad un intramontabile Peter Pan, ad un gioco da tavolo che va finito anche a distanza di decenni. Cosa rende il ricordo di quest’attore, in tutte le sue sfaccettature, con tutte le sue varianti, un nostalgico pensiero su qualcosa che sentiamo di poter recuperare solamente grazie al cinema?
In primis, molto probabilmente, un impegno che va ben al di là del semplice intrattenimento, del creare comicità, di divertire e far riflettere: uno slancio quasi filantropico che abbraccia una concezione più ampia, riscontrabile in quella parte dell’attività in cui l’attore si cimenta per puro spirito di benevola provocazione. Difatti, è impossibile scindere la carriera di Williams dalla sua filosofia di vita, dalle sue battaglie sotterranee per stimolare in qualche modo le coscienze, verità emergente anche dal genere di ruoli che ha maggiormente caratterizzato il percorso dell’attore. Squilibri, conflitti, disturbi, prese di posizione e contraddizioni sono solo alcuni dei tratti salienti riconducibili a gran parte dei personaggi da lui interpretati.
L’invito a non farci scappare da sotto il naso l’attimo fuggente rispecchia il classico carpe diem, ma cosa c’è dietro, nelle viscere della questione? Forse la base di un nuovo modus operandi, uno spunto per ricominciare facendo tabula rasa dei preconcetti che, volenti o nolenti, disegnano i contorni delle nostre vite, ci definiscono e ci inquadrano. Il nostro bagaglio regresso, qualcosa che non abbiamo scelto ma che ci appartiene. Il punto è: potremmo essere noi a non appartenere ad esso?
I ritratti diligentemente dipinti da quest’attore assolutamente sui generis sono indimenticabili perché assolutamente universali e da essi non riusciamo a discostarci perché parlano a noi di noi, come se fossimo soli in una stanza a confronto con questi personaggi, che abbiamo sia dentro che intorno. Come tanti Will Hunting, carpiamo avidamente ogni parola del nostro psicologo personale, che, lungi dall’essere meramente inscritto nel suo ruolo, ci insegna letteralmente il mestiere della vita, ci offre una guida per niente spocchiosa e che percepiamo come assolutamente giusta.
E del giusto, come dirà lo stesso Robin, c’è anche nel prendersi sul serio il meno possibile, ma soprattutto nell’ovviare a dimenticanze, nel restare concentrati sul vero obiettivo. In un’intervista divenuta poi celebre e contenuta nel libro Satiristas! La rivincita della satira, Williams affermerà senza troppi giri di parole che “la gente non vuole smettere di pensare in bianco e nero, né a livello intellettuale, né emotivo. Il problema è che devi costringerli a fare i conti con quel tipo di cose, o finiranno per farlo in un modo molto più spiacevole. […] Fanno sì che la gente sia così preoccupata di perdere l’equilibrio da non riuscire a pensare ad altro. Credo che oggi ci sia sempre più gente che si è resa conto di questo meccanismo, ma l’unico modo per spezzarlo definitivamente è ricordarlo in continuazione. L’unico modo per spezzare la grande bugia è colpirli con la grande verità.”
Non resta che sentirsi onorati, quasi coccolati, e dire “grazie”, a qualcuno che ci ha colpito con la grande verità nel modo meno spiacevole possibile…