La vita di Dora è tutta da reinventare ora che Davide l’ha lasciata dopo sette anni di relazione e due figli (Pietro di cinque anni e Anna di uno). La verità vi spiego sull’amore, nuova commedia di Max Croci, tenta una strada alquanto inedita per l’Italia, quella della commedia femminile dove immagini e dialoghi vengono filtrati dallo sguardo della protagonista, ricordando (anche se alla lontana per alcune differenze sostanziali) molti film di questo genere come ad esempio Il diario di Bridget Jones; la imbocca con piacevole leggerezza, aiutato sicuramente dalle riflessioni fresche e estremamente ironiche della blogger Enrica Tesio trasposte nel suo romanzo omonimo.
Max Croci decide di restituire il romanzo della blogger torinese tramite una fotografia accesa e sgargiante, in accordo col mondo dei bambini, figli di Dora, ma anche con la vita della protagonista che volge al cambiamento improvviso e a suo modo esaltante dopo la fine della sua relazione. Il ritmo è frenetico perché è la vita di Dora a diventare sempre più frenetica. Nuove persone entrano nella sua vita e le vecchie, l’amica Sara, la madre e la suocera, continuano a riempirle la vita e a tratti anche a rendergliela impossibile. A questo proposito un pregio in particolare va segnalato, un merito che inizia direttamente dal libro e continua fino all’ottima sceneggiatura del film, a opera di Federico Spirandei (segnalato al premio la Pergola per la nuova drammaturgia nel 2015): i personaggi di contorno che orbitano intorno a Dora sono tutti ben scritti, e lungi da ripetere uno dei tanti errori facili nella commedia (italiana e non), sono piacevolmente credibili. E anche se marginali gli si concede la dovuta importanza, nel momento in cui si inseriscono a dovere nella storia principale.
Il tentativo di portare in Italia il genere al femminile riesce senza troppi intoppi. Il film di Croci ha più meriti che difetti, e riesce a trattare le dinamiche sentimentali senza essere retorico: il rapporto con i figli ad esempio, che in accordo con le parole e le storie di Enrica Tesio, è trattato con estrema sincerità, laddove i figli sono la luce degli occhi di chi li ha generati e al contempo qualcosa di potente che s’inserisce nella vita di una donna senza renderla certamente priva di difficoltà.
Il film di Croci si muove bene, intrecciando due livelli senza stridore: tutto quello che rientra nella dimensione di Dora in quanto donna e madre single, e sull’altro piano al contempo la famiglia, la dimensione dei figli e l’essere mamma, spiegare a Pietro cos’è l’amore ad esempio, compito difficile se non impossibile. Nel complesso il film di Croci è un film che suscita buon umore, in cui la risoluzione finale arriva con grazia e riesce a infondere la tenerezza degli argomenti che tratta, che altro non sono che argomenti di vita quotidiana.