Lasciati Andare è il nuovo film del regista Francesco Amato. Rimarcando una scia lontanamente, ma coraggiosamente alleniana, il protagonista è un Toni Servillo come non lo vedevamo da tanto, nei panni di un analista ebreo di nome Elia. Ci godiamo una commedia finalmente affamata di originalità, lontana da clichè, volgarità ed inutili teatrini drammatici (ogni riferimento è puramente casuale a quasi tutte le commedie prodotte negli ultimi anni). Prodotto da Cattleya e Rai Cinema, sarà nelle sale il 13 aprile 2017.
Elia è un analista ebreo abitudinario e viziato dai piccoli piaceri della vita, nonostante nessuno di questi comprenda una relazione sentimentale. Tutt’altra relazione è quella che intrattiene con la moglie Giovanna, interpretata da Carla Signoris, da cui è separato in casa. In una giostra di brevi sequenze divertenti ed efficaci ci vengono presentati i singolari pazienti di Elia, dando al film quell’impatto iniziale di cui tanti avrebbero proprio bisogno. Ed eccoci al dunque, i vizi e l’amata pigrizia di Elia si riversano sul suo fisico bisognoso di un sano allenamento. Nell’ironia totale della sorte, seguiamo le disavventure di Elia fino al salvataggio di una focosa ed imprevedibile personal trainer spagnola, Claudia (Veronica Echegui).
Il gioco degli opposti funziona perfettamente, la trama si intreccia nella forma più pura dell’intrattenimento, senza colpi di scena eccessivi o pretenziosi. In una Roma che sembra la Manhattan o la New York delle commedie americane, i nostri personaggi si destreggiano tra imprevisti e jogging. Cosa potrà rompere l’equilibrio del dottore? Luca Marinelli nei panni di un giovane delinquente un po’ fuori di testa ed innamorato follemente di Claudia: Ettore. In un gioco di equivoci, pericoli ed inseguimenti, i tre portano a termine la storia con una sincera ed apprezzata follia.
In una lotta – ironicamente irrisolta – contro l’ego, Elia non rappresenta l’uomo inappagato dalla vita ed intimorito dalla sua età. Non ci sono tracce di Forever Young (Brizzi), non c’è bisogno di ridurre ogni personaggio ad una macchietta di se stesso, tra donne più giovani e famiglie disastrate. In qualche modo, il lavoro di Claudia e quello di Elia si completano, tra la cura del corpo e quella della mente, forse la soluzione non è mai l’eccesso, ma un sano equilibrio tra i due (ammesso che esista). Co-sceneggiato da Francesco Bruni, il film consacra la coppia Marinelli/Servillo, da cui d’altronde non potevamo che aspettarci che il meglio. Finalmente un po’ di sana bravura e puro intrattenimento. Per una volta tanto i grandi della commedia italiana non si rivoleranno nelle loro tombe.