Still Star Crossed: la recensione del deludente pilot

0

Dieci anni fa una serie animata giapponese, Romeo x Juliet, trasformò l’omonima e abusatissima tragedia di William Shakespeare in un fantasy ambientato su una città volante, con tanto di draghi e alberi magici. Ecco, a confronto con Still Star Crossed, quella serie sembra oggi un trionfo di accuratezza storica e originalità di trama.

Il pasticcio che è Still Star Crossed sorprende soprattutto perché è prodotto da Shonda Rhimes, che nell’ultimo decennio ha dominato la scena televisiva statunitense dall’alto di successi come l’interminabile Grey’s Anatomy e, più di recente, Scandal Le regole del delitto perfetto. Come è possibile che la Rhimes, dotata finora di un infallibile intuito per le storie che funzionano, abbia sfornato qualcosa di tanto zoppicante e confusionario?

Still Star Crossed, distribuita sul canale ABC e basata sui romanzi di Melinda Taub, è ambientata in una Verona medievale completamente immaginaria, senza alcuna pretesa di verosimiglianza, e segue gli eventi successivi alla morte di Romeo e Giulietta. Come se tutti noi non conoscessimo ormai a memoria le tragiche vicende dei due sfortunati, nonché intellettualmente svantaggiati, amanti di Verona, i primi venti minuti dell’episodio pilota ne riprendono la storia quasi interamente, fino alla cruenta conclusione – che peraltro viene rappresentata in modo inesatto, ma sorvoliamo, c’è tanto altro da criticare.

Contrariamente a quanto scritto dal Bardo, la morte di Romeo e Giulietta non pone fine alla rivalità fra le loro nobili famiglie, capeggiate rispettivamente da Grant Bowler (Ugly Betty) nel ruolo di Montecchi e da Capuleti, interpretato da Anthony Head, al quale perdoniamo qualsiasi cosa solo perché era Giles in Buffy – L’ammazzavampiri. L’inasprirsi della faida fra le due casate suscita la preoccupazione del Principe di VeronaEscalo (Sterling Sulieman), il quale ha la brillante idea di pacificare i contendenti unendo in matrimonio Rosalina Capuleti (Lashana Lynch) e Benvolio Montecchi (Wade Briggs). Tutto ciò nonostante egli stesso nutra dei sentimenti nei confronti di Rosalina, e senza considerare che i due giovani promessi sembrano detestarsi cordialmente e non hanno alcuna intenzione di sposarsi per convenienza.

Una situazione vista e rivista che puzza di triangolo amoroso a chilometri di distanza. Ma chi sono questi nuovi protagonisti? Benvolio, forse lo ricorderete dall’opera originale, è il cugino di Romeo, nonché suo personale grillo parlante. In Still Star Crossed è un giovane attraente, ma dimenticabile, che ci viene presentato come problematico per motivi a noi sconosciuti. Dal canto suo Rosalina, cugina di Giulietta, è nobile per nascita ma viene costretta, in seguito alla morte dei genitori, a fare la domestica in casa Capuleti dove, assieme alla sorella Livia, è tiranneggiata da Madonna Capuleti, ovvero Zuleikha Robinson (Lost, Hidalgo). Rosalina ha un carattere che non riesce a essere deciso senza risultare sgarbato, non ha alcuna intenzione di sposarsi e anzi giudica severamente la sorella Livia, il cui unico interesse è proprio quello di trovare marito. Anche stavolta, niente di nuovo: è il classico modello Elizabeth Bennet™, ma senza l’ironia e l’acume dell’eroina di Jane Austen.

Le vicende dei protagonisti si svolgono in un turbine scomposto di intrighi di corte, segreti familiari appena accennati, ma già prevedibili, feste in maschera immancabili in un period drama e minacce esterne che incombono su Verona, fra cui si contano Venezia, i Medici e lo Stato Pontificio. In sottofondo, si odono distintamente i lamenti degli storici, o anche semplicemente di qualcuno che abbia aperto un libro di storia alle elementari.

Ma non è questo l’importante. Possiamo chiudere un occhio sulle baggianate politiche, sull’arredamento anacronistico, sui costumi bellissimi ma completamente fuori contesto, sul fatto che metà dell’avvenente cast sia di colore nonostante siano tutti imparentati in modi imperscrutabili. Anzi, sugli interpreti di colore ci tocca chiudere due occhi, perché le ragioni dell’accuratezza storica nulla possono contro gli strepiti di chi pretende la rappresentanza etnica ad ogni costo e brandisce l’accusa di white washing come fosse una clava. Meglio non discutere del fatto che gli americani pretendano più uguaglianza in tv che nella vita reale. Abbiamo stabilito che l’ambientazione di Still Star Crossed è fuori dal tempo e dallo spazio, come sottolineano castelli e paesaggi in CGI che sembrano presi direttamente da Once Upon a Time.

Il punto qui è un altro: Still Star Crossed è, senza possibilità di dubbio, una soap opera. Una telenovela. Un prodotto che starebbe bene nel palinsesto pomeridiano di una tv brasiliana, o di Canale 5. O, perlomeno, questo è ciò che emerge guardando la prima puntata. Può anche darsi che la serie salga di livello verso la fine, puntando al rinnovo per un’altra stagione; una tecnica ormai collaudata per le serie della Rhimes, più o meno come al liceo quando si studiava solo nel secondo quadrimestre per evitare la bocciatura o il debito a settembre. Così come può darsi che Still Star Crossed trovi comunque un suo pubblico, magari anche grazie alla bellezza patinata dei protagonisti, degli abiti e delle ambientazioni fiabesche.

Comunque vada, l’opera originale sarà servita solo da trampolino di lancio, o da esca per attrarre fan. Shakespeare è morto, evviva Shakespeare.

Share.

About Author

Aspirante sceneggiatrice, ha una dipendenza da popcorn e non sa vivere senza una tastiera. Nel tempo libero pratica il binge-watching e si rende impopolare snobbando Sorrentino. Estimatrice di fantasy e sci-fi e appassionata di cinema d'animazione, è portatrice sana di sindrome di Peter Pan.

Leave A Reply