Animali Fantastici e dove trovarli: la recensione

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Il logo della Warner Bros che viene verso di noi – in modo ancora più accentuato grazie al 3D – e una musica fin troppo familiare. Così inizia un nuovo capitolo delle storie del mondo magico partorite dalla geniale mente di J.K. Rowling: con il respiro mozzato dalla nostalgia e dall’aspettativa. Aspettativa che, diciamolo subito, con Animali Fantastici e dove trovarli viene sicuramente soddisfatta: nonostante il cambio di nazione, di epoca e di personaggi, l’aria che si respira è quella di casa per qualunque potteriano, ma la storia riesce con successo a risultare interessante anche per i non esperti in materia.

Stavolta siamo in America, parecchi anni prima che avvengano le vicende della saga di Harry Potter, ma i collegamenti con quella storyline sono palesi; i fans saranno soddisfatti di sentire tirati in ballo personaggi e vicende ben noti, oltre che un paio di citazioni letterali che strapperanno un sorriso complice ai più ferrati. Forse è preoccupante il fatto che i film previsti in questa nuova avventura saranno così tanti, perché si rischia di compromettere qualità e coerenza, ma staremo a vedere.

Ma il vero punto di forza del film è la scrittura: la penna della Rowling difficilmente delude, e sa tratteggiare storie piene di colpi di scena – sebbene alcuni di questi abbastanza prevedibili – e personaggi tridimensionali e dolorosamente umani. Uno dei temi che sta più a cuore alla scrittrice torna con prepotenza e si fa fulcro della storia: i diversi, gli emarginati, hanno la stessa probabilità di diventare eroi che di diventare malvagi. Tutto dipende dalla strada che scelgono di percorrere.

Eddie Redmayne dà vita ad un Newt fisicamente perfetto (fasciato, come tutti gli altri, dai meravigliosi costumi della sempre geniale Colleen Atwood), ma il suo modo sempre scattoso e fisico di recitare, spesso difficile da digerire, dividerà sicuramente il pubblico. I personaggi di contorno fanno tutti centro: dal granitico e affascinante Colin Farrell, passando per le due opposte sorelle Alison Sudol e Katherine Waterson, fino ad arrivare alla vera star: Dan Fogler. Lui è l’unico babbano a far parte della storia e, oltre ad essere una geniale spalla comica, riesce ad incarnare il punto di vista di tutti noi poveri babbani in sala: lo sguardo attonito, fermo in un mezzo sorriso, di chi pensa di sognare ma sa che è tutto vero; lo stupore del bambino davanti alla magia; la meraviglia e la gratitudine di poter guardare in una valigia che – come il cinema – contiene un mondo tanto più grande all’interno, che vale sempre la pena esplorare.

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