Un nuovo inizio per questa terza e ultima stagione di Broadchurch, la serie giallo, in onda su ITV, che ci ha abituato ad allontanarci dalla logica patinata e rassicurante dei casi che si risolvono in 45 minuti, per portarci nel profondo di episodi violenti che non riguardano soltanto la polizia, ma tutta la comunità, con effetti più e meno intensi, un dolore, uno sgomento, radicati nella quotidianità della società.
Sono passati tre anni ormai dall’omicidio di Danny Latimer e, nonostante la cittadina sembri tornata alla normalità, con tutti i cambiamenti che essa può implicare, un nuovo delitto la scuote, piano, senza far rumore, ma insinuando paura e insicurezza. Una donna di nome Trish (Julie Hesmondhalgh), in palese stato di shock, si reca presso la stazione di polizia e denuncia una violenza sessuale ai detective Hardy (David Tennant) e Miller (Olivia Colman). Parte quindi un’indagine volta certo a trovare il colpevole, ma che implica risvolti ad un livello ben più profondo della giustizia giuridica.
Spostare il centro dell’attenzione da un omicidio a una violenza sessuale non è facile, sia in temini di resa televisiva, sia in termini di sensibilità del pubblico sull’argomento, che come ben sappiamo si rivela ancora un tabù, qualcosa di cui è difficile parlare senza cadere in meccanismi di vergogna e di attribuzione di colpa.
Ciononostante, la gestione di questa tematica è stata affrontata in maniera magistrale, a partire dall’interpretazione della Hesmondhalgh, il cui trauma è reso in maniera potente, globale, dal silenzio alla paura di rivelarsi al mondo, fino a quella di rimanere sola. Lontano dall’immaginario della donna struprata come convenzionalmente attraente, giovane e sprovveduta, sta qui il messaggio che Trish ci reca: lo stupro è un atto di violenza indiscriminata, non dipendente da altro se non dal desiderio di sopraffazione.
Questa nuova stagione quindi stabilisce la sua identità, quasi a separarsi dagli eventi precedenti, i quali però rimangono nell’aria, a ricordarci costantemente che qualcosa è cambiato in maniera irreversibile. Rivediamo infatti i nostri protagonisti, i detective Hardy e Miller, la cui relazione professionale e affettiva si è evoluta in maniera solida, in un rapporto di mutua fiducia e accettazione dei propri limiti e difetti.
Rivediamo anche molti dei personaggi delle passate stagioni, dalla famiglia Latimer al reverendo Coates fino alla signora Radcliffe e sarà proprio il loro confronto con questo nuovo episodio di violenza a stabilire se l’obiettivo della terza stagione di Broadchurch può essere raggiunto: come reagisce una piccola comunità rispetto a uno stupro? Come può la paura essere incanalata verso il raggiungimento della verità?
Finora il telefilm ha reso giustizia a questo argomento così delicato e vicino alla sensibilità di molti: restiamo quindi in attesa, curiosi di come andrà a finire.