Lion: la recensione del film di Garth Davis

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Garth Davis debutta al cinema con Lion – La strada verso casa, un primo approccio notevole accompagnato dalla presenza di Nicole KidmanDev Patel (The Milionare, L’uomo che vide l’infinito) e Rooney Mara (Carol, Millennium – Uomini che odiano le donne). Un viaggio, ma nemmeno un film on the road. Stavolta abbiamo a che fare con un racconto commovente e nostalgico ambientato in India, basato sul romanzo autobiografico di Saroo Brierley A Long Way Home, uscito a fine novembreIl testo ci esplica i dettagli del posto da dove Saroo proviene, donandoci una visione miserabile ma sincera ed affascinante di un luogo a dir poco sacro. Il film, con grande stupore, ci catapulta da Calcutta all’Australia, facendoci respirare a pieni polmoni tutti i luoghi prescelti. Location meravigliose riprese senza tagliar via nulla, connotando il film di una qualità estetica e di una coerenza da non sottovalutare.

Saroo è un bambino indiano di cinque anni (presumibilmente), conosce solo il villaggio dove vive, a stento il suo nome e la sua lingua. Un giorno qualunque sale per sbaglio su un treno, cambiando per sempre il binario della sua vita. Adottato da una bellissima famiglia australiana (Nicole Kidman e David Wenham), Saroo cresce e diventa un uomo di talento, pieno di aspirazioni, ma povero delle sue radici. Ed è qui che entra in ballo il sangue ed il cuore, ed il ritmo del luogo da cui proveniamo, che forse non smette mai di suonare la sua musica per ricordarci chi siamo. Per una serie di coincidenze, Saroo si trova a riflettere sulle sue origini e conosce la bellissima ed intelligente Lucy (Rooney Mara). Grazie a qualche piccolo aiuto tecnologico, il giovane intraprende una ricerca letteralmente geografica per ritrovare la sua famiglia.

Una lancia va inoltre spezzata in favore del piccolo Saroo, interpretato da Sunny Pawar. La prima parte del film è infatti completamente lasciata nelle mani di un bambino, ed è davvero difficile non ritrovarci a scavare nei suoi occhi e nei suo gesti così infantili ed adulti allo stesso tempo.

Un film di una tenerezza unica, pieno di coraggio, adattato dallo sceneggiatore Luke Davies (Paradiso+Inferno, Life). Come dice il vero Saroo nel suo libro “All’epoca raccontare la mia storia a chi mi stava accanto fu un enorme sollievo. Oggi, dopo la conclusione incredibile che ha avuto, spero che raccontarla a quanta più gente possibile serva a ridare speranza, qualunque speranza, a chi si sente di non averne più alcuna”.

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