L’inverno aveva nascosto sotto la neve le ansie e i turbamenti di una nuova maturità, la primavera invece, li aveva visti sbocciare in odore di decisioni da prendere e realtà da affrontare, in attesa di quella pausa sentimentale che solitamente corrisponde alla stagione del riposo per eccellenza, l’estate, protagonista del terzo episodio del revival di Una mamma per amica. Giunti al vero giro di boa di questo speciale sempre più asfissiante (in termini sia “climatici” che esistenziali), è tempo di mettere un punto sul momento critico che Lorelai e Rory stanno vivendo, bloccate in una Stars Hollow pigra e vacanziera che si riversa in una squallida piscina dove la bellezza cede il posto all’illusione, dove il chiasso sovrasta il silenzio dei loro pensieri.
L’estate di madre e figlia procede senza sorprese fino al succedere di due eventi: Taylor programma la realizzazione di un musical che racconti la storia della città dalle sue origini al presente, un evento che, come è solito nella serie, darà sfogo alla piega surreale della visione di Daniel Palladino (che ha scritto e diretto la puntata) e che si legherà in maniera del tutto prevedibile al percorso emotivo di Lorelai; dall’altra parte è l’imminente chiusura del giornale locale, lo Stars Hollow Gazette, ad allarmare Rory, pronta ad occupare, almeno momentaneamente, la poltrona lasciata vuota dal vecchio e anziano direttore appena deceduto.
Così, tra sequenze musicali ed evocative, il flusso della vita reale continua a scorrere inesorabile portando con sé la tristezza di imminenti addii (quello di Michel, ad esempio) e di importanti prese di coscienza: messe davanti allo specchio della verità, le ragazze Gilmore guardano un sogno che si sgretola, e la finzione nella quale hanno vissuto lascia spazio alla consapevolezza e al bisogno di ripartire da zero. E per una persona che va via, ce n’è una che torna ad illuminare il sentiero delle scelte finora rimasto al buio. La scena del dialogo tra Rory e Jess non è soltanto un piacevole déjà vu, è l’immagine del risveglio creativo, delle possibilità; è un angelo custode che viene dal passato per smuovere il presente e rendere meno incerto il futuro.
Finalmente, dopo tempi infelici e mancanza di terreno stabile sotto i piedi, c’è qualcosa. Qualcosa di concreto che prende forma, che sia la voglia di un distacco (il viaggio nella natura di Lorelai) o l’ispirazione per un libro, poco importa. Di nuovo realtà e finzione sembrano non conoscere limiti né confini, l’una è il riflesso dell’altra, e più andiamo avanti in questo percorso, più le dinamiche del revival si concretizzano, in attesa del finale che risolverà, o non risolverà affatto, i dubbi e le fatiche delle tre stagioni appena trascorse.