To Walk Invisible: un ritratto delle sorelle Brontë firmato BBC

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To Walk Invisible è un piacevole film indirizzato agli amanti, gli appassionati, ed i curiosi delle tre donne che segnarono la letteratura inglese dell”800. Il trio vittoriano ha approdato sulla BBC il 26 Dicembre 2016. Nel ruolo delle tre sorelle vediamo i volti più o meno noti di Finn Atkins nel ruolo di Charlotte, Chloe Pirrie è invece Emily, ed infine Charlie Murphy (Ann Gallagher di Happy Valley) interpreta Anne.

Superando la sottile linea della finzione, in un prodotto che immagina e allo stesso focalizza il suo interesse sugli aneddoti biografici delle protagoniste, To Walk Invisible procede con attenzione nei meandri di un mondo perfettamente ricostruito. Pochi elementi, ma fondamentali, rendono questo film una perla rara che si inserisce nella trafila decisamente breve di film dedicati a scrittori e scrittrici (tra cui ricordiamo e consigliamo The Hours e Poeti all’Inferno). Senza sforzo, lo script fa lentamente trapelare la sofferenza e la difficoltà delle sorelle nel comprendere la propria attitudine letteraria, combattendo non solo con un mondo esterno prettamente maschile, ma anche contro se stesse. Nessuna di loro trova un rifugio più sicuro e più vivo della scrittura stessa, fonte di salvezza, di esplorazione e scoperta. La tenacia di queste tre donne, portò alla nascita ed alla pubblicazione dei volumi da noi conosciuti (Jane Eyre, Cime Tempestose e La signora di Wildfell Hall). È però ovvio, che molte delle loro parole e del loro stesso sangue e genio contenute in esse, non sono a noi pervenute.

Tralasciando la fama, mantenendo vivo il legame famigliare, To Walk Invisible si concentra sui due anni antecedenti la pubblicazione di Jane Eyre (1847) e dell’esordio letterario sotto pseudonimo delle tre sorelle. Sally Wainwright (sceneggiatrice e scrittrice di Happy Valley e Last Tango in Halifax), ci dona scene, difficoltà e gesti quotidiani all’interno di una provincia fredda e desolata. Un’altra lancia va spezzata in favore dell’interpretazione di Jonathan Pryce (The High Sparrow in GOT) nel ruolo di Patrick Brontë, un personaggio disperato di cui osserviamo il lento cammino nella tragica fine.

La delicatezza della narrazione, della regia, e di una fotografia perfettamente in linea con l’ambientazione vittoriana, ci trasporta per due ore in uno spaccato di vita tutt’altro che facile da osservare e comprendere. L’arte ha sempre avuto i suoi nemici, primo fra tutti l’incomprensione del suo valore, pressoché considerato personale o destinato a svanire. In questo caso, la prova dell’eternità delle sorelle Brontë è più che attuale, ed è con tenerezza che ne osserviamo le origini in una ricostruzione televisiva.

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