Bleed – Più Forte del Destino: la recensione del film con Miles Teller e Aaron Eckhart

0

Non sarà lo sport più seguito in televisione, ma sicuramente il pugilato ha da sempre riscosso un fascino catalizzatore al cinemaStasera ho Vinto Anch’io,  Il Colosso d’Argilla, Toro Scatenato, Rocky, Million Dollar Baby fino ad arrivare ai più recenti The Fighter e Southpaw: il connubio boxe-grande schermo si è quasi sempre rivelato un investimento sicuro, capace di intrattenere ed emozionare. Anche Bleed – Più Forte del Destino si inserisce in questo filone,  focalizzandosi sulla caduta e sulla tortuosa parabola ascendente dell’italoamericano Vinny Pazienza (Miles Teller). Dopo aver conquistato nel 1991 il titolo mondiale sconfiggendo Gilbert Dele, il pugile rischiò la paralisi a seguito di un incidente automobilistico. Sfidando ogni pronostico medico, Pazienza continuò ad addestrarsi grazie all’allenatore Kevin Rooney con l’obiettivo di calcare di nuovo il ring.

Sostituendo i guantoni alle bacchette della batteria, dopo Whiplash, Miles Teller torna con successo ad interpretare un personaggio disposto a spingersi all’estremo per raggiungere i suoi obiettivi, un uomo per cui la vita non ha scopo se non nella persecuzione della sua unica passione: combattere sul ring. Ben Younger, nella doppia veste di regista e sceneggiatore, ne esalta il talento e insiste sul suo volto e sul suo corpo martoriato, sottolineandone la forza di volontà e donando alla pellicola un messaggio ispirazionale, evidenziato anche dal protagonista nel finale. Il lungo processo di riabilitazione di Pazienza permette a Younger di delineare il protagonista nei suoi tratti essenziali, contrapponendo ad un’immagine pubblica sregolata ed eccessiva, momenti privati dove a spiccare è una ligia determinazione. 

Ma anche nelle situazioni più intime, oltre alla forza di volontà è difficile scovare qualcos’altro, entrare più in profondità nella psicologia del pugile, intorno al quale ruotano una serie di personaggi altrettanto monodimensionali, ma funzionali all’ impianto narrativo della pellicola. Tra questi, a spiccare è Rooney, interpretato da un ottimo Aaron Eckhart, nella doppia veste di mentore e amico, unico personaggio in grado di “arginare” Vinny, disseminando sarcasmo qua e là nel film.

Meno irruenta e ben più controllata del suo protagonista, la pellicola intrattiene e coinvolge senza mai toccare, purtroppo, una vera e propria tensione. Nel complesso, pur senza essere memorabile come l’impresa di Pazienza, Bleed sa quali tiri sferrare per portare a casa la vittoria, appoggiandosi a delle buone performance e a una storia che ha dell’incredibile.

Share.

About Author

Leave A Reply