Prodotto: Bulgari Man Extreme
Regia: Matteo Garrone
Cast: Eric Bana
Musica: Theme of Rome – Daniele Luppi, Danger Mouse
Extra: Making Of
“Non ho trovato grandi diversita’ nel lavorare su un format di 60 secondi rispetto all’ approccio abituale che utilizzo sui miei lungometraggi. In questo caso, invece di avere cento scene da realizzare, ce n’era una sola” Matteo Garrone
Animali fieri, un leone, un’aquila e un serpente, accompagnano silenziosi il cammino di un uomo, il più autoritario e saggio delle bestie, tra i marmi di quella Roma sospesa tra passato e modernità, che il quartiere Eur rappresenta in tutto il suo vivace contrasto. In lontananza, si disperde l’eco delle atmosfere algide e metalliche de L’eclisse di Michelangelo Antonioni per rigettarsi in un clima classico, più caldo, nonostante il bianco e nero scelto da un grande dei cineasti nostrani contemporanei, il nuovo neorealista Matteo Garrone. Bulgari Man Extreme, ultima fragranza maschile della maison, segna il debutto nel mondo degli spot pubblicitari per il regista di Reality e gode della preziosa partecipazione di Daniele Ciprì, che ha curato la fotografia e di Daniele Luppi e Danger Mouse, storici collaboratori di Ennio Morricone, autori delle musiche originali.
Come le pennellate metafisiche di Giorgio De Chirico puntavano l’attenzione al carattere solitario e mitologico dell’umanità, così Garrone, che dice di essersi ispirato al pittore, ricompone una scena tanto essenziale quanto d’impatto, immobile nel tempo, in un palcoscenico teatrale misterioso, ovvero il Museo della Civiltà Romana di Roma immerso nella cornice post-fascista dell’Eur. Eric Bana percorre con la stessa grazia e fierezza degli eroi omerici (è stato lui l’ultimo Ettore di Troia cinematografico) il colonnato d’avorio duellando a distanza con i tre animali, simboli di virtù, forza e potere, mentre il ritmo e i suoni inducono lo spettatore ad osservare questo frammento nelle migliori intenzioni western. L’epilogo rimane appeso in uno strano e inquieto senso di tensione irrisolta, un nodo che nemmeno il volo dell’aquila, veloce nell’aria, o il lento strisciare del serpente, possono sciogliere. Matteo Garrone non smentisce ma anzi rafforza il suo incredibile talento, mentre si riavvia, in simbiosi con la sequenza finale di Gomorra, verso la trappola dell’occhio umano, percepibile da pochi, platealmente seducente.