Prodotto: Prada Candy L’Eau
Regia: Wes Anderson / Roman Coppola
Cast: Lea Seydoux
Musica: France Gall – Le temps de la rentrée,
Jacques Dutronc – L’Idole,
Jacques Dutronc – Il est 5 heures.
Extra: Backstage
” Parigi è per me il luogo in cui, solo camminando per strade che non hai mai visto, sembra di andare a vedere un film o qualcosa del genere. Basta girovagare per la città per trovare intrattenimento. ”
Wes Anderson
Je m’appelle Candy. Provocatrice, sensuale, divertente. Dopo un primo sguardo il destino di due uomini è legato per sempre all’adorazione di una sola donna. Un triangolo amoroso dalle tinte pastello è illuminato dalla luce della bionda Lèa Seydoux capace di accendere una competizione senza fine. Divertendosi a volteggiare tra un uomo e l’altro, Candy vive maliziosamente le sue avventure in una Francia senza tempo, catturata dall’obbiettivo di Wes Anderson e Roman Coppola in un trittico di spot dal sapore retro. L’ultimo episodio ci svela i nomi dei due protagonisti, Julius e Gene, ma non serviva arrivare così lontano per percepire dietro ogni fotogramma l’omaggio alla joy de vivre della Nouvelle Vague. La corsa senza tempo dei personaggi di Jules et Jim di François Truffaut rivive nella staticità elegante dei registi americani che tanto sanno di Europa.
La tranquillità di un semplice appuntamento a due viene interrotta dall’apparizione di un terzo elemento che rompe l’equilibrio perfetto. Quello che poteva essere un ostacolo diventa invece motivo di gioco. Diamo inizio alla gara, sembra suggerire il primo piano di una Lèa Seydoux nei panni di una moderna Jeanne Moreau che fagocita pop-corn in una sala cinematografica. E così sia. Nel secondo spot esplode, prevedibilmente, la rivalità maschile che vuole conquistare un territorio che sembra, però, quanto mai inarrivabile per la sua natura distaccata da ogni convenzione sociale. Potrà durare per sempre? No. La femme fatale si risveglia dal suo fantastico sogno presa dai dubbi: bisogna scegliere la ragione o l’istinto? Ma che importa, ormai ogni cosa è stata infettata in maniera perpetua dal suo fascino.
La fraganza Prada Candy viene fatta associare all’immagine di una giovane donna emancipata, indipendente, sicura delle proprie potenzialità. I primissimi piani sfacciati messi a conclusione di ogni episodio coincidono con una sferzata rock nella colonna sonora contaminata dal motivo di Jacques Dutronc che seduce e provoca lo spettatore, rompendo lo stile pacato dei secondi precedenti. Classiche nella regia di Anderson le numerose inquadrature di una simmetria maniacale che creano un forte contrasto con la situazione fuori da ogni incasellamento che si viene a verificare. La normalità non è compresa nella filosofia della coppia Anderson-Coppola (insieme hanno scritto Il treno per il Darjeeling e Moonrise Kingdom) che trovano nella Seydoux quasi un’anticipatrice del suo personaggio in La vita di Adele. La casa di moda italiana ha scovato nell’attrice, già testimonial nel 2011, e nei registi, con i quali collaborerà ancora per il cortometraggio Castello Cavalcanti, il modo di donare freschezza ed eleganza al suo marchio.
Insolito per un spot di un profumo è il ritmo così incalzante e narrativo che rende l’intera confezione finale un cortometraggio che nulla ha da invidiare al resto della produzione dei due registi. Se pur nei passaggi televisivi si spezza il filo conduttore dell’esile trama, non si può non essere conquistati immediatamente solo dall’atmosfera brillante e originale che emana la composizione del quadro. Il profumo non viene mai mostrato per non voler interrompere la forza visiva di due uomini vestiti di scuro divisi da una donna dalle sembianze angeliche. I tratti distintivi del cinema andersoniano, forti della scrittura di Coppola, non si perdono in questa breve produzione: come non ripensare alla glaciale Margot Tenenbaum o ai colori della giovane Suzy Bishop? Tra una carrellata orizzontale e un’altra si è trasportati in un mondo sospeso al quale sembra impossibile accedere per la sua natura quasi effimera.