Prodotto: Lady Grey London
Regia: John Cameron Mitchell
Cast: Marion Cotillard, Ian McKellen, Russell Tovey
Musica: David Essex – Rock On, Hawksley Workman – Sweetest Thing There Is
Extra: Making Of
” Ho visto così pochi film in cui la sensualità ed il sesso sono veramente rispettati dal regista. Hollywood troppo spesso evita la sensualità o fa battute adolescenziali a riguardo. […] spesso la sensualità è collegata solo al negativo, perché la gente ha paura di essa.” John Cameron Mitchell
Una clessidra enorme, simbolo eterno della ciclicità del tempo, lentamente lascia scivolare la sua sabbia verso il fondo, davanti ad un pubblico in spasmodica attesa. L’unità di misura universale dell’uomo scorre a ritmo delle note di Rock On, rivelando lentamente il corpo di una donna, un viso, degli occhi che incatenano immediatamente lo spettatore – e dopo pochissimi istanti siamo già immersi in quella scena, in quella sala, ad osservare il fascino di uno spettacolo lento ma inesorabile a fianco di un malinconico Ian McKellen. Da quel momento in poi, ci si abbandona completamente nelle mani di un John Cameron Mitchell in stato di grazia, che muove la macchina da presa assieme al nostro fiato sospeso trascinando lo spettatore in un vortice fatto di citazioni e varietà di genere.
Thriller, commedia, softcore, un estetismo anni ’70 spruzzato di venature Hitchcockiane: sette minuti e tre atti per confezionare un vero e proprio diamante dalle mille sfaccettature che si forma intorno alla star e alla donna semplice, due facce della stessa medaglia; un personaggio che si spoglia della sua maschera e siede a terra accanto ad un imbianchino toccando la sua anima in pochi gesti, come ha fatto anche con un misterioso uomo in sedia a rotelle vestita dei suoi abiti di scena. Lampi, attimi rubati a quel tempo che prima sembrava maledettamente dilatato ed ora scivola via troppo velocemente, ruba istanti a quel nuovo mondo fatto di dipinti sul muro e richiami quasi miracolosi, che si consumano in un battito e vengono inglobati dalla luce. Una magia che si conclude in poesia sui tetti di Londra, in una cabina del London Eye, una danza solitaria illuminata dalla luce del tramonto. Unica, speciale eppure semplice: la donna Dior si rivela davanti ai nostri occhi in quell’intimo momento eppure, come tutte le donne, rimane un mistero.
Lanciato nel 2011 come capitolo finale della saga dedicata ai colori, Lady Grey London chiude un cerchio che si era aperto con Parigi ed era continuato a New York con Lady Rouge e a Shangai con Lady Blue. Il corto dedicato alla capitale inglese viene lasciato nelle mani di John Cameron Mitchell (già realizzatore di un altro spot per Dior), che confeziona forse il prodotto più bello della serie avvalendosi di grandi attori inglesi come Ian McKellen e Russell Tovey e della collaborazione artistica di John Galliano, che ha ispirato l’intero cortometraggio e collaborato con il regista esattamente come aveva fatto anche con gli altri prodotti della serie. La vera protagonista tuttavia, oltre all’iconica borsa della maison Dior – da sempre prodotto di punta dell’intera collezione ed accessorio diventato leggenda – rimane l’incarnazione stessa della femminilità francese, il premio Oscar Marion Cotillard.
L’attrice, scelta per rappresentare la borsa in una collaborazione che dura dal 2008 ad oggi, si accompagna in questo caso di una Lady Dior della collezione Cruise 2011 grigia in omaggio alle nuance cromatiche della capitale inglese, e riesce ancora una volta a stupire non solo per la sua bellezza, ma anche per la sua straordinaria capacità interpretativa: in una pellicola che non ha bisogno di parole, Marion Cotillard riesce a comunicare attraverso la potenza espressiva e disegna perfettamente le due facce della protagonista, riuscendo ad essere altrettanto convincente come seduttrice e come malinconica anima solitaria senza trovarsi minimamente soffocata dalla brevità della narrazione. È soprattutto grazie alla sua protagonista infatti che il vero messaggio di Dior, l’incarnazione della sua idea di femminilità rappresentata dall’accessorio pubblicizzato, riesce a prendere vita: la donna rappresentata ed incarnata da Marion Cotillard segna in modi diversi i due uomini protagonisti non solo con la sua bellezza, ma riuscendo a comunicare un fascino ammaliante specchio del brand che rappresenta. La bellezza della complessità e delle sfaccettature, nascosta in grani rossi di una clessidra e racchiusa in un semplice ma unico accessorio.