Sono passati cento anni da quando Charlie Chaplin ha indossato per la prima volta i panni del vagabondo più famoso del cinema. Era il 1914 infatti, quando il mondo diede il benvenuto a Charlot. Vertigo24 in questa nuova top 10 ha deciso di ricordare con affetto quel meraviglioso, povero e romantico Chaplin, che con la sua arte ha fatto storia nel cinema del XX secolo.
Grazie al suo incompreso viandante, Chaplin è stato il baluardo dei poveri, dei sognatori, degli idioti (nel senso Dostojevskiano del termine) che da sempre percorrono silenti questa terra. Le sue movenze esagerate e caricaturiali hanno fatto della sua voce mimica un canto chiaro per chi, come lui, si aggrappa all’amore puro e incondizionato per l’uomo. Umanista convinto quindi, in grado di sorreggere croci che molti altri hanno rinunciato a sopportare. Userà la sua voce per la prima volta, in maniera significativa, ne Il grande Dittatore: in questo film, omaggiando inizialmente il vecchio Charlot, reciterà uno dei migliori monologhi di sempre sancendo l’importanza e l’inscindibilità del rapporto cinema-suono. Un discorso carico di significato che non si lascia guidare solo dal messaggio in sé, ma anche dalla carica data dallo stesso Chaplin il quale, imitando le movenze di Hitler, è in grado di esprimersi al mondo proprio come un dittatore, che perde la maschera del crudele per professare il bene universale.
Charlot è mezzo e fine, per un poetico e comico uso del linguaggio cinematografico, per filmare la realtà cruda del dramma novecentesco. Chaplin è questo e altro. Ecco a voi la nostra Top 10 di Charlie Chaplin.
10. Monsieur Verdoux
Monsier Verdoux è stato forse il film più chiacchierato di Chaplin, sia a causa della censura (che riteneva Chaplin, come anche in altre pellicole, anti patriottico) sia a causa della critica. Nato da un soggetto di Orson Welles, il film non viene accolto molto bene, almeno in America. Forse il romanticismo di fondo non fu compreso dal pubblico americano, romanticismo che in Europa riscosse un ottimo successo. Monsieur Verdoux è un film sulla crudeltà dell’uomo causata dal denaro, dalla società capitalistica dei consumi. Chaplin in questo film è carnefice e vittima, schiavo di un’ambiguità di fondo propria dello spirito umano, perennemente diviso tra l’amore per il prossimo e l’indifferenza fredda e spietata che la stessa società talvolta ci impone.
9. L’emigrante
Questo corto del 1917 vede Chaplin alle prese con uno dei fenomeni di maggior impatto del XIX secolo, l’emigrazione negli Stati Uniti. Il dolore, le speranze, la gioia causati dalla vista della Statua della Libertà sono tutti elementi chiave del viaggio dal vecchio al nuovo mondo. Una non troppo velata critica alla burocratizzazione dei poveri diavoli in arrivo al porto di New York verrà mascherata con ironia leggera e dignitosa come solo Chaplin sa fare.
8. Il Circo
Scritto, diretto ed interpretato da Chaplin, il film vede il vagobondo più famoso del cinema alle prese con un circo e una donna di cui si innamora. Tra peripezie ed espedienti per cavarsela, Charlot dovrà ancora una volta mettersi in gioco, tra l’abnegazione e l’amore per la figlia del padrone del circo. La realizzazione del film è stata non priva di imprevisti, ma nonostante i guai tecnici e privati Chaplin si supera. Per il cinema, questo e altro.
7. Vita da cani
Anche questa volta, come in altri film, Charlot dovrà vedersela con la povertà e la miseria. Suo leale compagno di avventure è un cucciolo di cane, che come un secondo bastone lo sorreggerà fino al lieto fine della pellicola. Impossibile non citare allora Umberto D. di Vittorio De Sica, in cui Umberto, l’anziano protagonista del film, come Chaplin, combatterà la fame in compagnia di un cagnolino, che più umano di tanti altri saprà consolare e supportare il padrone. Quando si dice “amare gli altri più di se stessi”.
6. Luci della ribalta
Forse una sorta di testamento spirituale, forse un esame di coscienza artistica. Questo film agrodolce vede in azione due degli attori/registi più influenti del cinema muto: Chaplin e Keaton. Calvero (Chaplin) è un ex artista ormai in fallimento. Troverà la forza di andare avanti dopo aver salvato una giovane donna intenzionata a suicidarsi. Salvandola, salva se stesso. Torna sul palco, con il suo ex compagno, e la loro ultima interpretazione, grazie alla carica drammatica data da un Chaplin ormai anziano, regala attimi struggenti e carichi di pathos.
5. La febbre dell’oro
In questa pellicola vediamo alcune delle scene più celebri della filmografia di Chaplin. Charlot, nella speranza di risollevare la sua sorte, tenta la fortuna nella caccia all’oro in Alaska. Tra case in bilico su pendii di montagne innevate, liti con cercatori d’oro e la fame più nera, il vagabondo vedrà tutti i suoi sforzi ripagati. Il lieto fine è quasi una regola nella cinematografia di Chaplin. Una sicurezza che non ha il compito di illudere, bensì di infondere quella sana speranza che tanto cerchiamo e che tanto ci è cara.
4. Il monello
Un vagabondo perennemente illuso e un bambino. Cosa mai potrà scaturire da una coppia del genere? Due esseri puri che combattono contro la vita, i problemi di strada e la fame non possono che aiutarsi a vicena, creando una coppia che rimane nella memoria e nel cuore di tutti. Il monello è uno dei film più celebri del suo tempo e tutt’oggi è tra i più conosciuti della filmografia di Chaplin. Le vere difficoltà iniziano con il tentativo da parte della polizia di portare via il bambino, un furto in piena regola, un arto che si spezza. La riconciliazione diventa un simbolo di affetto fraterno, di quelli che solo Chaplin sa dare. L’ennesima lezione su come l’amore per il prossimo possa essere la chiave necessaria per il lieto vivere.
3. Tempi moderni
Film del 1936, Tempi moderni incarna perfettamente la tragedia dell’industrializzazione di massa e l’alienazione dell’individuo in fabbrica. Cugino spirituale di Metropolis di Fritz Lang, Tempi moderni fa della comicità la sua arma vincente, attraverso un attento e studiato linguaggio che vede nelle mani del protagonista il fulcro di tutto. Fulcro della catena di montaggio, delle azioni ripetute allo sfinimento, dei gesti per sfuggire da quella presunta libertà che viene perennemente controllata e monitorata da entità superiori. Esemplare la scena in cui Chaplin scivola tra gli ingranaggi della fabbrica, diventando un tutt’uno con essi. Uomo creatore e schiavo della macchina allo stesso tempo. Un progresso minaccioso impossibile da fermare.
2. Il grande dittatore
Film eccezionale sotto molti punti di vista. Innanzitutto, basti pensare alla tematica trattata e al periodo storico in cui il film esce nelle sale: era il 1940, la seconda guerra mondiale e il dominio nazista in Europa mietevano vittime su vittime. Chaplin sceglie di non agire sotto le vesti di Charlot (lo vedremo solo nelle scene iniziali), forse perché non c’è spazio per la spensieratezza, forse si è nascosta per fuggire da una forza più grande. Prende il suo posto invece la caricatura dello stesso Hitler, che al contrario dell’originale agirà, sul finale, con empatia verso le classi meno agiate, verso i deboli e in generale verso tutti coloro che professano la fratellanza universale, con un monologo in cui la voce di Chaplin si fa baluardo e ostinazione. Si rivolge alla massa dietro e davanti allo schermo cinematografico, dandoci consigli, non ordini.
1. Luci della città
Uno dei film più commoventi della storia del cinema, Luci della città è una meravigliosa e struggente storia che va al di là delle scelte politiche che possono essere intraviste in questo film. L’archetipo del vagabondo si fa più importante che mai e Charlot, tra l’immagine dell’eterno povero e del ricco e agiato cittadino, diventa un’estensione della città stessa, pensiero e coscienza dell’uomo e della società, nella sua ambivalenza più grande. Un viaggiatore quindi, che senza meta si aggira tra i quartieri della metropoli. Non si può non menzionare il finale, in cui Chaplin, con un semplice sorriso, quasi fanciullesco, risolleva il cuore del mondo per la vista riacquistata dalla sua bella, prima cieca. “Adesso posso vedere” dice lei, poi la fine. Ma la musica continua ancora a suonare.